The xx – Coexist (Recensione)

The xx – Coexist (Recensione)

2017-11-08T17:15:31+00:0024 Agosto 2012|


The XX - Coexist
Difficile aspettarsi di piu'
dopo i cambi di lineup, ma
il trio inglese si conferma
esponente di punta del
neo-minimalismo elettronico.

7,5/10


Uscita: 10 settembre 2012
Young Turks Records
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Un sospiro di sollievo: è questa la prima reazione ultimato l’ascolto del secondo lavoro del (neo) terzetto britannico. Era diffusa la paura che gli xx, dopo un primo album sorprendentemente valido, diventassero una semplice autoparodia meno ispirata, invece il livello compositivo rimane alto e probabilmente le uniche caratteristiche di questo nuovo LP che possono infastidire sono la lentezza dei pezzi e il minimalismo ancora maggiore delle basi strumentali, con un’interessante e a mio avviso piacevole evoluzione al ribasso.

Caratteristiche non del tutto imprevedibili, vista la decisione del gruppo di non rimpiazzare la seconda chitarrista e tastierista del gruppo Baria Qureshi, che ha lasciato il gruppo nel tardo 2009, ma soprattutto dopo aver ascoltato i due pezzi scelti per rappresentare ufficialmente il disco prima dell’uscita: Angels, l’opener dell’album, che ne definisce un po’ l’anima, una traccia molto lenta e estremamente povera dal punto di vista strumentale, vicina come suoni e tematiche al primo disco, e Swept away, più ballabile e ritmata.

Se non vi è piaciuto il primo album sarà difficile trovare qualcosa di interessante per voi in questo nuovo lavoro, a meno che non vi limitiate ad ascoltare appunto le 3-4 tracce più veloci ritmicamente, che risultano, proprio perché più minimali e incentrate sulla ritmica, particolarmente ballabili (Chained e Fiction, come anche la stessa Swept Away e Sunset). Il resto dei pezzi invece si sviluppa in ambienti musicali quasi vuoti, affrontando spesso la tematica dell’abbandono, come in Try e in Reunion, un po’ erede spirituale di Heart Skipped A Beat in versione Coexist.

Di seguito ecco le tonalità più ballabili di Sunset, pezzo nel quale l’alternarsi delle due voci racconta di due vecchi “more than just friends” (più che solo amici) che rivedendosi si comportano come estranei. Il ritmo cala di nuovo invece con Missing, nel quale il controcanto di Romy Madley nella strofa cantata da Oliver Sim e di Oliver nella strofa di Romy sono a mio giudizio uno dei momenti più alti nella discografia per ora ancora limitata del gruppo.

Try, Reunion, Sunset e Missing, sono quattro brani consecutivi che trattano di abbandono e viene spontaneo chiedersi se in mezzo a queste canzoni qualche verso sia stato scritto proprio per Baria Qureshi, visto che i membri della band hanno più volte paragonato il suo allontanamento ad un divorzio; ma le speculazioni e gli indizi favorevoli e contrari in questo caso si sprecherebbero e quindi lasciamo a voi il divertimento di indagare questo gossip.

Da qui alla fine, con la notevole eccezione della sezione ritmica elettronica di Swept Away, che un po’ coccia per volumi e intensità con il resto del pezzo, il disco si perde in due brani dalle sonorità sempre più evanescenti (Tides e Unfold), per poi chiudersi definitivamente in Our Song, bellissimo e dolcissimo pezzo di chiusura.

Tirando le somme, era difficile aspettarsi di più dopo il difficile periodo attraversato dalla band e la coraggiosa decisione di proseguire solo in tre, ma gli xx confermano quanto di buono finora messo in luce, proponendo un altro ottimo lavoro che non sfigura a confronto con il primo.