Tempi difficili: la grande alluvione di uscite del periodo pre-natalizio si è ormai esaurita, e così questa settimana vi segnaliamo solo tre dischi nuovi, tutti nei negozi dall'11 dicembre.
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[space height=”10″]Artisti vari: This is 40 Soundtrack
La colonna sonora della nuova commedia di Judd Apatow, che sicuramente farà sfracelli al botteghino in America e “avrà i suoi estimatori”(leggasi: non se la filerà quasi nessuno) qui in Italia. Di solito non mi concentro sulle colonne sonore, ma in questo caso è bastato un mezzo scandalo riguardante il brano inedito composto da Fiona Apple (in breve: lei ha detto che i cattivi della casa discografica non volevano farle pubblicare il brano, la Epic ha smentito e alla fine la canzone è uscita regolarmente) per attirare la mia attenzione. In realtà, al di là delle manie di protagonismo della Apple, ci sono tanti altri motivi per sperare che questo dischetto sia meglio del film stesso: ad esempio il fegato di accostare Ryan Adams a Jon Brion, e vecchie glorie come Paul Simon e Lindsey Buckingham a “nuove leve” (si fa per dire) come Wilco e Avett Brothers. Ma soprattutto, è forse l'unico disco nel quale potrete ascoltare un brano di Yoko Ono insieme ad uno di Paul McCartney...
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[space height=”10″]Tom Tom Club – Downtown Rockers (Singolo)
I Tom Tom Club (praticamente il progetto dance/cazzone della sezione ritmica dei Talking Heads) potevano avere un senso ad inizio anni '80, quando David Byrne gestiva la band con piglio dittatoriale e si rifiutava di incorporare le influenze più poppeggianti proposte dagli altri. Ora, a trent'anni di distanza, tutti li ricordiamo come una classica one hit wonder (Genius of Love, e forse anche Wordy Rappinghood), ma in fondo in fondo preferiremmo dimenticari. Ecco perché fa una tristezza infinita stare qui a parlare di questo nuovo singolo, che sarà inutile e superfluo come tutto quello che gli ex Talking Heads hanno fatto senza Byrne (qualcuno ricorda il tristissimo disco dei tre rimasti, No Talking, Just Head?)
P.S. Pare che il disco sià già uscito a settembre negli Stati Uniti, ma Rockol riporta l’11 dicembre come data di pubblicazione: misteri della distribuzione o svista solenne?
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[space height=”10″]Unwound: Live Leaves
Abbiamo appena iniziato, ma chiudiamo nel modo migliore: gli Unwound sono un gruppo che ci è mancato tanto in questi ultimi dieci anni, e riascoltare Leaves Turn Inside You oggi fa venire l'amaro in bocca al pensiero di una band che si è sciolta veramente al culmine del suo potenziale. Anche se probabilmente non torneranno mai insieme, questo album dal vivo segna la prima release della band dal 2001, realizzata incollando insieme registrazioni tratte dall'ultimo tour. Lo stesso Justin Trosper ha ammesso che non tutte le performance sono eccezionali, ma per quanto mi riguarda è bello anche solo sapere che questo nome avrà un nuovo titolo nel suo fantastico catalogo. Inutile dire che, per chi non li conosce, si tratta di un'occasione da non perdere, forse l'ultima prima che il loro ricordo venga definitivamente sepolto dal disinteresse generale.