[space height=”10″]Swans – The Seer (in uscita il 27 agosto)
Gli Swans sono un gruppo che difficilmente definirei “per tutti”, ma ormai hanno raggiunto uno status che va oltre l’effettiva qualità di ogni singola release: varrà la pena ascoltare questo doppio album da oltre due ore (già in streaming), con tanto di pezzi da 20 e 30 minuti, probabilmente per la maggior parte inascoltabili o in grado di rabbuiare l’animo di qualunque essere vivente? Probabilmente sì, specialmente perché Michael Gira lo annuncia da mesi come “la summa di trent’anni di carriera”, e noi ci fidiamo di Michael Gira. E poi vuoi mettere il gusto a fargli un pernacchione se non risulta un capolavoro dall’inizio alla fine? Poi dicono che uno se la cerca…
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[space height=”10″]Swedish House Mafia – Don’t You Worry Child (Singolo – in uscita il 27 agosto)
Questo dovrebbe essere il nuovo singolo di quel gruppo i cui fan hanno lanciato il simpatico sport di accoltellare gente a caso durante i loro concerti. So che hanno un notevole successo in alcuni ambienti, e che hanno venduto tipo un fantastiliardo di dischi, ma io resto dell’idea che ognuno ha i fan che si merita, quindi andiamo avanti…
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[space height=”10″] Divine Fits – A Thing Called Divine Fits (in uscita il 28 agosto)
Vi abbiamo già parlato del debutto di questo supergruppo, nel quale speriamo sia Britt Daniel degli Spoon ad avere un ruolo preponderante: se infatti Would That Not Be Nice è un pezzone, l’influenza anni ’80 messa in luce dal primo singolo My Love Is Real rischia di rovinare l’intero album, e sarebbe un vero peccato. Il disco è in streaming già da qualche giorno, e ad un primo ascolto sembrerebbe equamente bilanciato tra queste due tendenze, con un risultato non del tutto spiacevole. Ma voi fate come se non vi avessi detto niente, perché Britt se lo merita: garçon, un martini!
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[space height=”10″]Dan Deacon – America (in uscita il 28 agosto)
Di questo nerd di Baltimora mi ricordo l’uscita qualche anno fa di Spiderman of the Rings: convinto dalle recensioni entusiaste ricevute praticamente da tutti, l’avevo ascoltato brevemente, per poi scaraventarlo in un cassetto chiuso a chiave. Mi sono perso le sue uscite successive, anche se avevo captato segnali interessanti di crescita, quindi non vedo perché dubitare di questo nuovo album. Certo, da qui ad andarlo ad ascoltare VOLONTARIAMENTE ce ne vuole…
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[space height=”10″]Minus the Bear – Infinity Overhead (in uscita il 28 agosto)
Questo è un gruppo in giro da più di dieci anni, ma che nessuno (me compreso) si è mai filato particolarmente: se non sbaglio dovrebbero essere dei Modest Mouse più prog e meno isterici. Certo però che, quando anche gli originali sono in crisi, non è che venga poi moltissima voglia di ascoltare le copie…
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[space height=”10″] Wild Nothing – Nocturne (in uscita il 28 agosto)
La cosa più divertente che ho letto su questo disco è “more 80s than a mullet mohawk”. Capirete quindi come non muoia esattamente dalla voglia di ascoltarlo. Però, però, il loro album d’esordio Gemini aveva convinto praticamente tutte le pubblicazioni che contano, e se vi piacciono Passion Pit e Twin Shadow accomodatevi pure. Poi mi fate sapere com’è?
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[space height=”10″]The Darkness – Hot Cakes (in uscita il 28 agosto)
Sì lo so: i Darkness non vanno presi sul serio. Ma se il loro repertorio di urletti in falsetto, tutine attillate e chitarroni alla Spinal Tap può anche risultare divertente per scambiarsi quattro pacche sulle spalle con gli amici al bar, è anche vero che, come recita l’antico adagio, “Un bel gioco dura poco”. Possibile che dopo sette anni e la disintossicazione del cantante Justin Hawkins, questi tornino con un disco intitolato “Torte calde” e con la copertina che vedete qui a fianco?
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[space height=”10″]Green Day – The Studio Albums 1990-2009 (in uscita il 28 agosto)
Prima che diventassero le pin-up dei ragazzini con l’eyeliner di tutto il mondo, i Green Day erano un onesto gruppo pop-punk, che nonostante i milioni di copie vendute avevano mostrato dei segni di maturazione mica male, ovviamente con successo sempre descrescente. L’occasione per ricordarselo ci è data da questo raccoltona, che, guardate un po’, mette insieme i loro album in studio dal 1990 al 2009. Ah, ma quindi ci sono anche Kerplunk e 39/Smooth? Sì, però poi bisogna sorbirsi American Idiot e l’innominabile ultimo album. Un classico caso in cui gli estremi si bilanciano…