Ve lo ricordate quel film degli anni ’90 in cui Jack Nicholson, strambo sessantenne affetto da molteplici disturbi ossessivo-compulsivi, si innamorava della giovane ma decisa Helen Hunt?
Ecco, io la vita di Smog in questo momento me la immagino un po’ come la trama di quel film: il burbero cantautore di mezza età, ossessionato da tutto, incontra la giovane regista che vuole fare un film su di lui e se ne innamora.
Dai, non è una storia da film? Eppure è proprio quello che è successo a Bill Callahan: un paio d’anni fa venne contattato dall’allora ventiseienne laureata alla NYU Film School, Hanly Banks, che voleva girare un documentario sul tour del suo ultimo album Apocalypse; stranamente Bill accettò e ne venne fuori un bel film e una perfetta storia d’amore.
Ma mi era bastato vederlo nel video comparso online qualche settimana fa, Small Plane, quello in cui suona la sua melensa canzone in un piccolo giardino urbano – protetto come un bimbo in una culla, il mondo fuori, caotico, ma neanche così tanto minaccioso – per capire che qualcosa in lui era cambiato. E la prima impressione è stata nettamente confermata da un album a tratti ottimista, nei testi e negli arrangiamenti, ricco com’è di percussioni e fiati, quasi suoni da giardino dell’Eden.
Non che Bill non si fosse mai innamorato, ma qui le cose si sono fatte serie, qui si parla di matrimonio, che dovrebbe celebrarsi l’anno prossimo. Per la serie: non è mai troppo tardi, nemmeno per i Bill Callahan.
Però fa sorridere pensare a quanta acqua è passata sotto i ponti da quando proponeva a Cat Power di “Let’s start a… let’s have a …“, ed era talmente spaventato dall’idea che non riusciva nemmeno a finire la frase. Così come ne è passata dai toni cupi del post abbandono da parte di Joanna Newsom.
E oggi invece, forte come non si era mai sentito, non si vergogna di pronunciare la parola “casa”: sempre in Small Plane ci svela che “Sometimes you sleep while I take us home, That’s when I know we really have a home“. E si sbilancia ancora di più, confidandoci che “non pensa mai al pericolo” (“Danger, I never think of danger”). Formidabile passo in avanti per uno che fino a qualche anno fa si faceva assaggiare le pietanze dalla fidanzata (la povera Cynthia Dall, purtroppo scomparsa l’anno scorso) prima di portarle alla bocca, perché ossessionato dalla paura di essere avvelenato [mi ricorda un mio ex, ndr].
Ma nemmeno il pericolo peggiore, quello di essere deriso, lo sfiora, ed ecco spuntare il video ufficiale di Small Plane, francamente imbarazzante, ma tenero e ci passiamo sopra volentieri: in fondo l‘amore fa fare anche questo.
L’ultimo album di Bill Callahan, Dream River, è disponibile su Amazon. Il cantautore americano sarà in Italia per un’unica data a Bologna il 18 febbraio: i biglietti sono disponibili su Ticketone.