Alla seconda prova solista, il leader dei Dinosaur Jr. ripete la ricetta di Several Shades of Why, ma questa volta il risultato e' meno sorprendente e piu' ragionato.6,5/10Uscita: 25 agosto 2014 Sub Pop Records Compralo su Amazon: Audio CD |
Ho visto J Mascis una fredda sera di febbraio a Finale Emilia due anni or sono. Era stato organizzato un concerto di raccolta fondi per il terremoto in Emilia: io andai senza conoscere il suo lavoro da solista, volevo solo vedere il frontman dei Dinosaur Jr. in carne ed ossa. I capelli lunghi argentati, le braccia ciondolanti, un paio di buffi occhiali rosa, suonò tutto il suo ultimo album solista Several Shades of Why senza interruzioni, senza commenti, seduto su una sedia, accanto a sé una bottiglia di grappa, in mano una chitarra acustica ad accompagnare la sua voce roca e pacata.
Questo nuovo lavoro in solitaria, Tied to a Star, sembra essere il perfetto proseguimento dell'album che ascoltai per la prima volta quella sera. Il debito verso i Dinosaur Jr. si sente (e per fortuna), ma non si tratta di un artista che per mancanza di idee ha deciso di riciclarsi come solista scimmiottando il suo gruppo di appartenenza. Siamo piuttosto di fronte a un album semplice, caldo, intimamente folk ma che non disdegna nostalgici momenti grunge.
Ad aprire il disco Me Again, un brano delicato e arpeggiato, un’alba fredda e luminosa. Non manca il falsetto imperfetto ed emotivo tanto caro a Mascis, mentre le tematiche sono le stesse dei Dinosaur Jr., semplici ed estremamente personali, problematiche essenzialmente umane senza per questo essere banali o ridondanti. Si prosegue con Every Morning, più ritmata e distorta, con intermezzi che sfiorano il noise senza comunque eccedere.
Il quarto pezzo Wide Awake è forse il più bello dell’album: alla voce malinconica del dinosauro americano si aggiunge quella calda e morbida di Cat Power in un duetto romantico e toccante, sembra quasi di averli accanto mentre sussurrano pizzicando le corde della chitarra. A seguire ecco Stumble, delicatamente noise e grunge, un ronzio distorto dal fuzz in sottofondo che resta controllato e non diventa mai aggressivo o incattivito. Poi come una marea torna un altro brano armonioso, mosso, toccante e tormentato, un suono prevalentemente pulito e cristallino, And then, "e poi".
Seguono Drifter, un bel ballo profondamente folk, Trailing Off, in cui la voce particolare di J si fa più roca ricordandosi del suo glorioso passato, così come la successiva Come Down. A chiudere l’album Better Plane, che unisce sonorità elettroniche e acustiche, ma rimane comunque figlia anche questa del background musicale dei dinosauri.
Tied to a Star è un album semplice, melodico, dall’atmosfera rarefatta e autunnale. E’ un album da ascoltare in un pomeriggio malinconico, il cielo grigio, le foglie rosse e l’aria che profuma di pioggia. Il canto del timido J si infila sotto pelle e lì vi resta. L’unica pecca forse sta proprio nel paragone con quel Several Shades of Why, che era arrivato sicuramente più inaspettato. Questo lavoro suona infatti più ragionato rispetto al precedente, che era forse più grezzo, più impulsivo. Gli manca quella forza d’immaginazione, quell’ingenuità istintiva che ha caratterizzato la sua prima prova solista. In definitiva è un album che sì, funziona, perché comunque di Mascis si tratta, ma non c'è dubbio che in passato questo splendido quasi cinquantenne sia riuscito a essere molto più emotivo e incisivo di così.