E’ un tour infinito quello dei God is an Astronaut, che anche quest’anno hanno fatto tappa in Italia con due concerti, prima al Magnolia di Milano e poi all’Orion di Roma.
Nella Capitale orari rispettati alla perfezione, alle 21:30 gli Electric Sarajevo erano già sul palco. Piacevole l’esibizione del gruppo romano, che ha saputo intrattenere il pubblico presente grazie al suo post/rock perfettamente adatto al tipo di serata. In queste fasi si è riscontrata un’affluenza di pubblico non particolarmente alta, forse anche per colpa delle dimensioni del locale che veramente sembra non riempirsi mai.
Nessuna attesa particolare per i fan, alle 22:30 i God is an Astronaut sono già sul palco e pronti per iniziare. Un set-up senza troppi fronzoli (anzi il palco era praticamente spoglio), un vero peccato per una band che fa dell’emozione il suo punto forte: nessuna proiezione video, nessun particolare gioco di luce o di atmosfere, semplicemente musica senza sosta, che se da un lato accontenta i fan più accaniti dall’altro arriva ad annoiare i semplici “curiosi”, che non riescono a sentirsi pienamente coinvolti.
Il concerto si è aperto con When Everything Dies, brano di notevole impatto direttamente dal secondo, nonché più riuscito album della band: All Is Violent All Is Bright. Poche le parole per dialogare col pubblico, musica, musica e soltanto musica. L’intera scaletta ha pescato a piene mani da tutta la discografia della band, soprattutto dall'album già citato, ma anche da Origins, l'ultimo lavoro uscito nel 2013.
Dopo due ore di musica ininterrotta è arrivata Fire Flies and Empty Skies, che ha chiuso la prima parte di concerto. Dopo appena un minuto di pausa il gruppo è tornato sul palco per gli ultimi venti minuti di esibizione. Tutto si è concluso poco dopo la mezzanotte, anche se il gruppo è rimasto sul palco per almeno un’altra ora a firmare autografi.
L’intero concerto non ha lasciato alcun dubbio sull’estrema bravura e professionalità della band irlandese, nessuna sbavatura, nessuna esagerazione, un live musicalmente perfetto. Unica pecca forse la scarsa scenografia e il basso coinvolgimento a livello visivo, che comunque ha messo in chiaro come certa musica meriti di arrivare solo a pochi.
Foto di Andrea Barboni – Guarda molte altre foto della serata sul nostro account Flickr!
Scaletta:
When Everything Dies
Transmissions
All Is Violent, All Is Bright
Reverse World
Echoes
Spiral Code
Remembrance Day
The End of the Beginning
Fragile
Calistoga
Forever Lost
Worlds In Collision
The Last March
From Dust to the Beyond
Dark Passenger
Fire Flies and Empty Skies
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Red Moon Lagoon
Suicide by Star
Route 666