Morgan con la i – Blu (Undersoundz Italy)

Morgan con la i – Blu (Undersoundz Italy)

2015-03-19T13:21:58+00:0019 Marzo 2015|

Morgan con la i

Nome: Morgan con la i
Città: Roma
Genere: Cantautorato, Indie-pop
File under: Baustelle, Dente, Damien Rice, Zaz, Le luci della centrale elettrica
Sito web: http://morganconlai.com

“Le parole diventano un posto in cui restare a guardarsi per ore”: questa è una delle prime frasi che apre il disco Blu dei Morgan con la i, band romana che sta iniziando a farsi notare nel circuito underground della Capitale, trovando spazio anche nell'etichetta FioriRari di Roberto Angelini (il quale figura anche come co-produttore del disco).

Blu è il primo long-playing del gruppo e, nonostante questo, il sound d'insieme dimostra già un certo livello di maturità. Riprendendo la citazione iniziale, si può dire che i Morgan con la i riescono a far diventare le loro morbide melodie delle immagini dove si può restare incantati per ore. Blu è un disco visuale, nel quale le forme e le immagini dei sentimenti e dei luoghi prendono vita gradualmente: ciò si può notare sin dal primo brano, Anni '80, nel quale non è difficile immaginarli come dei Baustelle scarnificati da ogni cattedrale sonora e perciò più diretti e comunicativi, più vicini al cantautorato che al pop sinfonico della band toscana. Le immagini di una vita semplice, magari tra le mura di un appartamento ai limiti della periferia romana, si intrecciano nei vortici della nostalgia, nel recupero di un tempo perduto che è possibile rivivere solo in musica (“Vita mia, sei iniziata troppo tardi, gli anni '80 mi piacevano; vita mia, altroché non è mai tardi…”). Sotto questo punto di vista, i Morgan con la i riescono, senza presunzione alcuna, a farsi interpreti di un sentimento generazionale: la costante ricerca di qualcosa che riesca a non renderci anonimi. Il semplice fatto di raccontare delle storie ordinarie rende queste esperienze degne di un nome, di un ricordo da serbare per sempre, anche se votato alla lontananza e all'assenza.

La forza concettuale di Blu è quella di dire “noi esistiamo”; questo sentimento è presente e si riflette in tutti i brani del disco. Ad esempio in Dieci anni, una tenera ballata nella quale la forte impalcatura folk viene contaminata da suoni che strizzano l'occhio a un pop rock dal gusto raffinato e non banale (le sezioni ritmiche e le chitarre elettriche in background richiamano alcune suggestioni proprie dei Coldplay di X&Y). L'intreccio delle due voci delimita la storia di un addio destinato a perdersi nelle pieghe dell'oblio, in un “tempo che non riesce neanche più a scolpirmi coi suoi anni”. Sin da subito emerge il disegno di dar vita a esistenze da “camere separate”; questa idea è ben percepibile nel brano La melatonina: come per la canzone precedente, l'intreccio tra folk e pop rock è calibrato in maniera originale, e grazie a questa scelta i Morgan con la i riescono a dare un grande rilievo al significato dei loro testi, anche questi mai banali.

Il livello di comunicazione diventa diretto e una delle forze del disco risiede proprio in questo: la band riesce a instaurare una forte complicità con l'ascoltatore il quale si ritrova direttamente in evocativi paesaggi sonori che si materializzano battuta dopo battuta. In questo senso Blu diventa un romanzo sonoro in continuo divenire, fatto di affreschi di vita reale e di suggestioni tangibili. A questo proposito gioca un ruolo fondamentale la città di Roma: chi la conosce potrà facilmente ritrovarsi calato nelle sue atmosfere, quasi come se fosse nel centro di un vicolo o ai margini di un grande viale. Questa delicatissima particolarità si può assaporare in un brano come Tutti i rumori del mondo, un pezzo dall'arrangiamento folk “old school” (à la Bob Dylan, per intenderci) dal forte accento sentimentale.

Il taglio molto diretto fa di Blu un disco popolare, nell'accezione più positiva del termine: appartiene a tutti, come quelle nostalgiche canzoni che, durante gli anni '60, suonavano da una vecchia radio o da un juke box. Il sentimento non è confezionato, è assoluto, semplice, proprio perché parla di storie ordinarie che potrebbero essere capitate a chiunque. Blu è uno stato d'animo e ogni canzone è parte di questo: i brani non sono semplicemente dei frammenti autonomi, sono parti di un tutto che tende all'armonia, alla doppia voce, ai dialoghi con la coscienza, magari mentre si è appoggiati con la fronte ad un vetro bagnato dalla pioggia, e da questo abbandono nasce una melodia, una nota, un punto blu di nostalgia che si fa canzone (il brano A metà strada, animato da un sax molto espressivo, sintetizza al massimo queste suggestioni).

Un' attitudine musicale del genere ricorda da vicino la coppia pop per antonomasia della musica italiana, Battisti-Mogol. I Morgan con la i riescono a ereditare quel livello di comunicazione e di originalità adattandolo in maniera non invadente al nostro panorama musicale, all'interno del quale molto spesso il pop è visto soltanto come un genere facilmente “vendibile” e non come una scelta di comunicazione diretta con gli ascoltatori. Il brano My Sweetest Boy continua a nutrirsi di queste suggestioni e in un certo senso richiama molto da vicino alcune atmosfere di Costellazioni de Le luci della centrale elettrica. Decisamente apprezzabile infine la chiusura del disco, affidata a Les Passants, cover di uno dei pezzi più suggestivi della cantautrice francese Zaz. In definitiva Blu è un disco che convince al primo ascolto grazie alla sua genuinità: è un esperimento sincero riuscito molto bene, una voce che merita di trovare il giusto peso e spazio nel nostro panorama emergente.

Sopra: foto di Esmeralda CP