Il trio inglese conferma le qualita' messe in luce dal debutto di tre anni fa con un'altra raccolta di indie folk introspettivo e qualche piccola novita'.6,5/10Uscita: 15 gennaio 2016 4AD Records Compralo su Amazon: Audio CD |
Finezza, intensità, emozione. Sono queste le tre parole adatte per descrivere al meglio il secondo album in studio dei Daughter: la folk band inglese si conferma, dopo il primo progetto discografico If You Leave (2013), sensibile e accorta sia nella scelta delle sonorità, delicate, a tratti oniriche, sia nel risalto dato alla voce suadente di Elena Tonra, anche autrice dei testi. Per questo album, la cantante non si trattiene, affrontando anche temi delicati come la depressione, la solitudine, lo stordimento, l’apatia, fino alla demenza senile. Ad accompagnarla alla chitarra ci sono l'ormai immancabile chitarrista – e produttore, insieme a Nicolas Vernhes, dell’album – Igor Haefeli e Remi Aguilella alla batteria.
Not to Disappear è stato registrato presso il Rare Book Room Studio di Brooklyn, dopo essere stato già annunciato a settembre 2015 dalla band con l’uscita del primo singolo Doing The Right Thing, seguito poi due mesi dopo da un nuovo brano dal titolo Numbers. Si tratta di un album decisamente introspettivo, dieci tracce di riflessioni su grandi temi: il senso della vita, la nascita, la morte, l’abbandono, la memoria. Tutto questo si può percepire già a partire dalla copertina dell’album: si tratta infatti di un dipinto dell’artista Sarah Shaw dal titolo The World Is Spinning Around, scelto come artwork proprio per le atmosfere oscure che è in grado di evocare, come a voler mettere le cose in chiaro fin dalla copertina.
New Ways è la prima traccia: la cantante esprime il suo bisogno di “nuovi modi”, ovvero un cambiamento, o addirittura un lavaggio del cervello per ripulire la sua "dirty mind”. Il pezzo è tutto in crescendo, con una chitarra dal suono sempre più aperto che irrompe verso la metà del brano, accompagnata nel bridge anche da una linea melodica decisamente accattivante, e che contestualizza il titolo dell'LP: “I’m trying to get out / Find a subtle way out / Not just cross myself out / Not just disappear”.
L’album prosegue con Numbers: qui in primo piano c’è una forte, a tratti prepotente, parte ritmica con un suono di sottofondo sembra quasi imitare l’effetto di una serie di gocce che cadono, per scandire il lento passare del tempo. La cantante gioca nel testo con il titolo Numbers” e la parola inglese “numb”: un’insensibilità, un’apatia suggerita proprio da quelle gocce lente in sottofondo, che nel video ufficiale del brano si trasformano invece in luci ad intermittenza. A seguire Doing The Right Thing, il singolo che ha anticipato di qualche mese l’uscita dell’album, anche in questo caso accompagnato da un video che suggerisce il tema del brano. Si tratta infatti di un clip influenzato dalla patologia della demenza senile, in particolare dal flusso disordinato di ricordi e di illusioni che possono colpire in età avanzata. Nel brano c’è tutta la solitudine e la sofferenza di una vita persa e di una memoria anch’essa sfocata, vista in un momento di obiettività, lucidità e distacco, nonché narrata in maniera davvero intensa ed emotiva dalla voce della Tonra.
Il brano forse più commovente dell’album è Mothers: una dolcissima ninna nanna di una madre a un figlio che sta per nascere o che sta già crescendo. Anche dal punto di vista strumentale è percepibile una grande delicatezza per gran parte del brano, con un’esplosione sul finale accompagnata da un coro di sottofondo, in lontananza, che si dissolve accompagnato dalla chitarra di Haefeli. C'è spazio poi per un brano energico che si distacca dai precedenti, cambiando davvero il tono e l'atmosfera dell’album: No Care infatti ha una forte ritmica dal passo incalzante, quasi isterico, guidato dalla batteria di Remi Aguilella, che la voce sembra quasi voler rincorrere, restando a tratti indietro.
Un brano ricco strumentalmente è anche To Belong, con l’aggiunta delle tastiere che spiccano in vari punti, arricchendo la linea melodica guidata da una voce suadente. A chiudere c’è il brano Made Of Stone che conferma l’atmosfera d’introspezione dell’intero album, con una riflessione in questo caso sul senso del tempo e della memoria. Un brano dai toni onirici, psichici, in cui si può ritrovare quella sensazione di solitudine tipica di quando ci si guarda dentro.
Not to Disappear si conferma dunque un album in puro stile Daughter: indie folk delicato, dai testi sempre chiari, lineari e mai ambigui, come lineari sono i due strumenti principali che caratterizzano i brani. Fanno eccezione e aggiungono un elemento di novità un paio di pezzi più energici, ballabili e orecchiabili, quasi radiofonici, che sembrano voler indicare un percorso più vicino alla "normalizzazione" di un sound che fino ad ora si è rivolto principalmente a una nicchia di ascoltatori appassionati del genere.