I fratelli Dewaele tirano fuori dalla naftalina i Soulwax e registrano in presa diretta, abbandonando le chitarre per dare spazio alla loro elettronica in continua evoluzione.
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Difficile riuscire a classificare una band come i Soulwax: dagli esordi in salsa alternative rock di Leave The Story Untold (1996) ai successi elettronici dell’ormai classico Any Minute Now (2004), la band belga dei fratelli Dewaele ha fatto della capacità di reinventarsi continuamente un vero e proprio marchio di fabbrica. E il nuovo From Deewee, primo album di inediti dopo ben 13 anni, rappresenta un altro interessante tassello in questa esplorazione sonora apparentemente senza confini.
Non ci si lasci ingannare da questa lunghissima pausa: nell’ultimo decennio, infatti, i due Dewaele sono stati attivissimi come produttori, hanno realizzato remix per artisti di tutti i tipi (dai Rolling Stones alle Sugababes) e hanno girato il mondo con i loro dj set sotto il moniker 2manydjs. E proprio la fortuna riscontrata sulle piste da ballo ha influito enormemente sulla nuova dimensione artistica dei Soulwax, sempre più a loro agio con sonorità dance ed elettroniche.
Non a caso, questo From Deewee segna il – probabilmente – definitivo addio alle chitarre da parte della band belga; la vena rock resta soltanto nell’approccio ai brani e nella forte attitudine live del disco, registrato in presa diretta e in un unico take lo scorso 7 febbraio. I dodici brani scorrono senza soluzione di continuità, offrendo all’ascoltatore un’esperienza molto simile a quella di un dj set suonato dal vivo, e il tutto è impreziosito da una produzione scarna ed essenziale ma assolutamente efficace, che mette in evidenza tutti gli aspetti più interessanti di questa nuova incarnazione.
Le vere protagoniste di From Deewee sono le percussioni. Per esplorare soluzioni e ritmi diversi, i Dewaele sono stati affiancati da tre batteristi di livello con ben poche caratteristiche in comune: Blake Davies (Turbowolf, Captain Everything!), Victoria Smith (Ipso Facto) e Igor Cavalera (Sepultura, Cavalera Conspiracy) mostrano i loro talenti nell’intro frenetico di Missing Wires, nei tamburi tribali di Is It Always Binary e nel beat incalzante di The Singer Has Become A Deejay, brano strumentale dal simpatico titolo autobiografico.
Il groove è garantito grazie al lavoro encomiabile dei Dewaele ai sintetizzatori: dai tappeti di sequencer dell’iniziale Present Tense al mellotron di Do You Want To Get Into Trouble – pezzo che ammicca in maniera esplicita alla disco music e al basso di John Deacon su Another One Bites the Dust dei Queen – l’elettronica analogica e scarna continua a essere il cuore pulsante dell’opera dei Soulwax. I riferimenti sono numerosi e trasversali: si parte dai richiami ai Nine Inch Nails di Hesitation Marks (2013) in Masterplanned per arrivare al funk in salsa Gary Numan della conclusiva Goodnight Transmission, passando per gli spunti “kraftwerkiani” di Conditions Of A Shared Belief e della “robotica” Transient Program For Drums And Machinery.
Considerando la sua particolarissima gestazione, From Deewee può essere considerato a tutti gli effetti un’istantanea di ciò che oggi sono i Soulwax: l’esperienza ha portato sì a un songwriting più maturo, sperimentale e attento ai dettagli, ma non ha intaccato la verve e la voglia di far ballare che attraversavano le canzoni di Any Minute Now. In definitiva, un lavoro frutto di una creatività impulsiva ma organizzata, che ricolloca la band belga ai vertici della scena elettronica europea e non solo.