Sì lo so, il primo disco qui sotto non è tecnicamente uscito questa settimana, ma nella (oramai leggendaria) “notte tra il 2 e il 3 febbraio”. Però, visto che non c’è stato alcun preavviso, potevamo non scrivere il nostro pre-giudizio su "uno degli album più attesi nella storia del rock"? Ovviamente no. Tutti gli altri dischi invece sono in uscita il 5 febbraio.
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[space height=”10″]My Bloody Valentine: m b v
Chiariamo subito una cosa: l’uscita di un nuovo album dei My Bloody Valentine (che potete ascoltare qui) è un evento epocale per chi si interessa di musica, peccato solo che nella fatidica notte tra i 2 e il 3 febbraio io me lo sia completamente perso guardando la televisione invece di controllare ogni due secondi il refresh del mio computer. Non ho quindi nessun tipo di ricordo romantico della serata come sembrano avere praticamente tutti (“Vi ricordate quando il sito è andato giù per il troppo traffico?” “E quando ci dava l’errore 404 invece di quell’altro e abbiamo capito che era un buon segno?”). Sono quindi nella condizione ideale per scrivere un puro pre-giudizio come si addice a questa rubrica, e il mio pre-giudizio si può riassumere così: ho paura. Ho talmente tanta paura di venire deluso da questo disco che invece di buttarmi immediatamente ad ascoltare le canzoni negli ultimi giorni ho fatto solo un ascolto distratto mentre facevo altro (e ovviamente non ci ho capito un granché) e poi basta. Lo tengo lì come qualcosa che prima o poi ascolterò, ma assolutamente senza la fretta che di solito riservo a tutte le altre uscite. Voglio dedicare del tempo a questo disco (cosa che al momento non ho), quasi come fosse un regalo che ho in casa impacchettato da qualche parte e aspetto di scartare. Prima o poi lo ascolterò per bene e sono sicuro che sarà stupendo, ma se è vero che loro mi hanno fatto aspettare ventidue anni, penso non si offenderanno se questa volta mi permetto anch’io, nel mio piccolo, di tenerli in attesa.
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[space height=”10″]Eels: Wonderful, Glorious
Il signor Mark Oliver Everett fa musica da veramente molto tempo, ma per qualche misterioso motivo non mi ha mai convinto più di tanto. Anche nei momenti migliori (e sto parlando di Electro-Shock Blues, non di Blinking Lights) la più grande dote della sua musica è anche il suo più grande problema: scivola via in maniera assolutamente piacevole e indolore, ma spesso senza lasciare tracce profonde in chi la ascolta. Ecco perché, dal momento che questo nuovo album arriva dopo una trilogia che ha lasciato perplessi anche i fan di lunga data, in questo caso mi permetto un minimo di prudenza…
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[space height=”10″]Jim James: Regions of Light and Sound of God
I My Morning Jacket hanno fatto cose egregie in passato, ma è da molto che sembrano invecchiati precocemente, schiacciati dal peso di quella tradizione della quale si erano sempre nutriti. Dopo Z mi sono sembrati sempre più stanchi: ecco perché anche questo esordio solista del leader Jim James non mi convince molto. La goccia che fa traboccare il vaso (almeno per me) è il misticismo religioso che a quanto pare ha ispirato gran parte dei brani: chiamatemi tradizionalista, ma io lo preferivo quando manteneva i suoi riferimenti in ambito strettamente musicale.
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[space height=”10″]Thao & the Get Down Stay Down: We the Common
La cantautrice americana di origine vietnamita è sempre stata tra quei nomi sui quali avrei voluto sapere di più, ma per qualche motivo (pigrizia) non ho mai ascoltato. Ora c’è questo nuovo album, che ha almeno un buon motivo per incuriosirmi: la presenza di Joanna Newsom, che duetta con Thao in un brano. Cosa ci volete fare, a volte basta poco…
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[space height=”10″]Depeche Mode: Heaven (Singolo)
Dave Gahan e compagni tornano con questo singolo che abbiamo già ascoltato. Il pezzo non è affatto male, ma non sta riscuotendo il successo che meriterebbe, specie tra i vecchi fan. Io mi permetto di dar loro un consiglio: se ci fate sbavare parlando di “suoni a metà tra Violator e Songs of Faith and Devotion”, dopo non sorprendetevi se va a finire così…
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[space height=”10″]Haunted Hearts: Something that Feels Bad Is Something that Feels Good (Singolo)
Dietro questa copertina che non lascia veramente nulla all'immaginazione si nasconde una delle coppie più affiatate dell’indie rock attuale: Dee Dee delle Dum Dum Girls e Brandon Welchez dei Crocodiles, ovvero la cosa più vicina al duo Thurston Moore/Kim Gordon che ci possiamo permettere in questi anni 2000. Dopo tanti tour insieme, ora provano anche a partire con una nuova band, che speriamo porti avanti l’impressionante evoluzione registrata dalle Dum Dum Girls negli ultimi anni. Non ho idea di come se la possano cavare, ma il mio animo romantico non può che augurare loro tutto il bene possibile…