Titolo: Riserva indipendente – la musica italiana negli anni Zero
Autore: Francesco Bommartini
Editore: Arcana
Collana: Musiqa
Anno di pubblicazione: 2013
Pagine: 238
ISBN: 9788862312851
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Riserva indipendente – la musica italiana negli anni Zero è un’opera che nasce dalla penna di Francesco Bommartini. Giornalista, scrittore e musicista a tempo pieno il giovane autore ha voluto scandagliare le varie realtà indipendenti della musica italiana. L’intenzione, come ci fa capire dalla breve introduzione, è proprio quella di mostrare e raccontare tutti quegli artisti che di solito vengono ignorati dai grandi network e che, a quanto pare, prosperano in questo isolamento. L’interesse per la musica indie è esplicitato anche nel sottotitolo, chiara citazione dai testi di Vasco Brondi (Le luci della centrale elettrica).
L’impianto dell’opera è chiaramente giornalistico. Nel volume troviamo interviste agli artisti più conosciuti del panorama indipendente (Il teatro degli orrori, Dente, Paolo Benvegnù, Verdena, i Ministri ecc.) e piccoli capitoli che invece cercano di fare chiarezza sugli aspetti più tecnici della produzione e della distribuzione dei dischi e non solo. Tra questi il capitolo più interessante è quello che tratta delle etichette discografiche indipendenti, nel quale Bommartini è bravo a mostrare l’aspetto umano dell’ambiente discografico. E’ piacevole rendersi conto che nell’era del guadagno facile ci sono ancora giovani che hanno come prima motivazione quella di produrre materiali artistici, al di fuori da ogni logica commerciale. Interessante è anche il contributo di Giordano Sangiorgi, presidente del MEI di Faenza e di Audiocoop, che compare nell’introduzione e in un’intervista.
Colpisce la grande umiltà degli artisti intervistati, si nota la sensibilità di musicisti che evidentemente hanno ben presente cosa possa significare il loro sacrificio in un Paese che riserva poca attenzione all'arte come il nostro. Visto che, da bravo giornalista, Francesco Bommartini non fa trasparire le proprie impressioni (racchiuse in una breve introduzione all’inizio del libro), ho pensato di "infastidirlo" con un paio di domande:
A: Tu sei musicista oltre che giornalista, secondo te dove arriverà la musica italiana? L’indipendente sarà sempre costretto nei piccoli locali e negli scaffali nascosti dei negozi di dischi?
F: In questo periodo sembra che ci sia un po' di stasi. E sicuramente è così per quanto riguarda le vendite dei supporti fisici. Ma nascono sempre più band, in qualche caso molto brave. Quindi c'è anche un grande fermento, che sparisce nel momento in cui le persone, gli ascoltatori, non lo notano. Ecco, questo è il punto secondo me: l'attenzione dei fruitori e la capacità delle strutture che gravitano attorno alla musica di accalappiarli. Gli ascoltatori sono bombardati da stimoli sonori, e spesso si impigriscono. Anche i media settoriali cartacei hanno perso lettori, non solo per demerito loro. Troppi artisti hanno globalizzato la loro proposta, rendendola piatta anche quando avrebbe le possibilità di emergere. Questo è un vero peccato. In alcuni casi è bello poter puntare anche sulle imperfezioni, ad esempio sulla produzione non iper patinata. Certo, per farlo occorre comunque una qualità compositiva molto buona. Non bastano quattro dissonanze e la dichiarazione di alternatività per rendere una canzone indimenticabile. Non basta avere una registrazione di merda per essere delle rockstar. Servono belle canzoni, fondamentalmente.
A: Pensi che Riserva indipendente sia un buon inizio per chi vuole conoscere la musica indie italiana?
F: Penso di sì. Leggendolo si può capire l'andamento generale dell'ultimo decennio e anche alcuni aspetti inediti di alcuni dei principali portabandiera di quell'ambito, che è riconosciuto dai più come indipendente. Gli approfondimenti sulle etichette, videomaker, premi musicali, giornalismo e cantautorato servono per farsi un'idea ulteriore di che cosa sta succedendo, a tutti i livelli. Ed a scoprire come gira questo mondo.
Riserva indipendente è un lavoro ben fatto, una panoramica ponderata e accurata su un mondo musicale che ancora pochi hanno imparato a conoscere ed apprezzare. Un libro che può incuriosire i più scettici e informare i più interessati, una guida alla comprensione e un manuale d’istruzioni per i musicisti indipendenti degli anni zero.