Liars – Mess (Recensione)

Liars – Mess (Recensione)

2017-11-08T17:15:46+00:0025 Settembre 2014|


Liars Mess
Agli inizi ruggente power-trio, oggi electro-band in stile eighties: anche con questo settimo disco i Liars si confermano capaci di svolte inaspettate!

7/10


Uscita: 24 marzo 2014
Mute Records
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Mess è il settimo disco dei Liars, la band americana nata a Los Angeles ma affermatasi a New York nei primi anni 2000. I tre musicisti arricchiscono il proprio percorso artistico con questa nuova prova, ennesima conferma di una discografia coerente e allo stesso tempo varia, che ha toccato forse il suo apice con l'album self-titled del 2007: ancora oggi l'apertura Plaster Casts of Everything è un’esplosione secca e massiccia in cui basso, chitarra ed elettronica si fondono in una perfetta commistione tra garage-rock e art-punk, qualcosa di difficile da dimenticare.

Nel corso degli anni, la band guidata da Angus Andrew (anche produttore di quest’ultimo disco),si è contraddistinta per l’impatto live, la schiettezza compositiva e la raffinatezza sonora. Da sempre avvezzi a cercare nuove soluzioni, a volte spiazzando i propri fan più affezionati, le scelte della band riescono comunque a centrare sempre il bersaglio; vale a dire che, anche se il loro stile può cambiare radicalmente da un disco all'altro e da un brano a quello successivo, riconosci subito se stai ascoltando i Liars.

La metamorfosi electro, iniziata con il precedente WIXIW del 2012, si è completata in quest’ultimo disco, grazie a una sezione elettronica che fa da ossatura costante alle sonorità delle undici tracce. E’ chiara la voglia di staccarsi dai vincoli di scrittura per dar libero sfogo all’inventiva e alla creatività, due caratteristiche finora messe in luce specialmente durante i live del trio.

Così, Mask Maker ci porta subito dentro il discorso. Una voce robotica e farneticante indica che strada prenderemo ascoltando questo disco: rave-tronica fatta di synth, casse in 4/4 e tanta schizofrenia. Gli anni ’80 risorgono anche in Vox Tuned D.E.D in cui l’EBM tedesca prende forma e si avverte nella voce biascicante di Andrew. Traghettati dai sei minuti e passa di I’m Not Gold, arriviamo alla quarta traccia, Pro Anti Anti. Sembrerebbe il brano più dolce, in apertura troviamo infatti un organetto ripetitivo ed ossessivo che tornerà più volte, ma che viene subito sgretolato dalla durezza sintetica dei suoni successivi. Si alternano così momenti di tensione e distensione dinamica, che danno al brano una sua essenza profonda e cupa.

Can’t Hear Well, semplice e diretta, si affida alla sola voce di Andrew e al riff pulsante del synth. Sembrerebbe un momento di relax, ma appena abbassiamo la guardia veniamo subito catapultati in Mess On A Mission, quasi title-track del disco, accompagnata qualche mese fa da un video a dir poco surreale. Darkslide sembra uscire da un disco elettronico, un misto tra i Fuck Buttons e gli Architect. A seguire Boyzone è simile per sonorità rarefatte e compresse al precedente brano, ma sembra rievocare i Suicide, come se fossimo di fronte a una nuova consapevolezza e a un nuovo modo di scrivere e intendere la musica per la band newyorchese.

A chiudere il lavoro, il trittico Dress Walker, Perpetual Village e Left Speaker Blown. Ascoltando queste ultime tracce sembra che il disco abbia già detto tutto. Non viene aggiunto nulla di particolare all’intensità fin qui espressa, al massimo sembrano tre brani utili a rimpolpare la tracklist. Il registro cambia nettamente, lasciando spazio a lunghe composizioni eteree e distese che, anche se meno interessanti, riequilibrano comunque l’intensità della prima parte del disco.

Quest’ultimo lavoro, dunque, conferma la capacità dei Liars di assumere nuove forme musicali e la loro voglia di mettersi alla prova. Le influenze si rifanno ai fasti di quel decennio contraddistinto da luci al neon e da giacche con grandi spalline, ma anche alla scena musicale sempre più estesa e seguita dove il punk, la dance e l’elettronica si fondono assieme, che ha in progetti come i Kap Bambino e i Bot’ox – entrambi francesi – o i tedeschi Petra Flurr e Schwefelgelb alcuni dei suoi più interessanti rappresentanti. E ancora una volta noi, ascoltatori e fan, non possiamo che meravigliarci di fronte a tanta versatilità.

Vi ricordiamo che i Liars saranno in Italia a ottobre per quattro date live: i biglietti per Marghera (VE) e Bologna sono disponibili su Ticketone, mentre per quelli per Roma e Milano vi rimandiamo al nostro calendario concerti!