Nuovo appuntamento con le Indiemood Sessions realizzate da Indiemood Press Office in esclusiva per Gold Soundz. Questa volta sulla barca restaurata dall'associazione Il Caicio sale nientemeno che…Gesù in persona! Alberto Gesù, ovviamente, cantautore "quasi quarantenne" che ha scelto questo curioso pseudonimo per proporci i suoi brani.
Qui sotto potete vederlo suonare a spasso per i canali di Venezia e poi leggere la nostra intervista. In realtà ci aspettavamo che a fine performance scendesse dalla barca e iniziasse a camminare sull'acqua della laguna, ma sarà per la prossima volta!
Ciao Alberto, iniziamo col parlare della tua storia: quando nasce il progetto?
La mia storia di cantautore inizia circa tre anni fa dopo essermi sbattuto per una quindicina d'anni in vari progetti. Ci è voluto molto tempo perché mi decidessi a espormi in prima persona con un progetto di questo tipo: ho dovuto convincermi che ce l'avrei fatta ad accettarmi per quello che sono, ovvero qualcosa di simile ad uno strimpellatore impreparato con la voce alta e sottile.
Una delle cose che colpisce sin da subito è il tuo nome d'arte: ce lo potresti raccontare o lo dobbiamo accettare come un sano dogma di fede?
Naaaaaa, la fede lasciamola a chi vuole farsi del male. Volevo innanzitutto rispettare la regola del nome e cognome. Per il nome è stato facile, non ci ho pensato e ho scelto il mio. Per il cognome ho cercato di puntare in alto cercando nello stesso tempo qualcosa che mi rappresentasse… Ho scartato subito Alberto Hitler (troppo spigoloso, per non parlare di Alberto Breivik). Ho provato a immaginarmi come Alberto Marx o Alberto Guevara, ma niente… alla fine Alberto Gesù me lo sento proprio addosso, è breve, ha la U accentata (che personalmente adoro) e non è manco troppo impegnativo come i precedenti.
Ma arriviamo al nocciolo della questione, la tua musica. Ascoltando le tue canzoni vengono subito in mente delle sonorità che rimandano ad artisti molto diversi tra loro ma accomunati da una diretta comunicatività: penso a Bob Dylan, Edoardo Bennato, per certi versi al Dente di Almanacco del giorno prima, ma anche a Lucio Dalla. Nel tuo percorso musicale come ti sei rapportato con questi artisti (se lo hai fatto) o con altri che hanno segnato la tua crescita musicale?
Ho scoperto alcuni cantautori italiani da giovanissimo (ma veramente tanto tempo fa, tipo 30 anni fa) prima ancora di suonare e tra questi c'era anche Bennato. Se ci penso bene mi sa che mi hanno influenzato più loro a livello subneuronale che non tutta la musica che poi ho seguito / inseguito. Lucio Dalla invece non è rientrato in questa formazione “prenatale”. Per me ancora oggi rimane da scoprire e ogni volta che capita è una meraviglia. Dente appartiene già alla generazione successiva (si dice così, no?) e mi piacciono i suoi pezzi. Bob Dylan è meglio non scomodarlo. Fatto sta che, quando ti metti a scrivere delle cose, le influenze diventano un po' come i condimenti in cucina (scusate sono un po' a corto di metafore): se quel giorno in frigo hai la cipolla, che fai? Non metti la cipolla nel sugo?
Parliamo un po' dei tuoi testi; è molto presente una certa dose di ironia scanzonata (nell'accezione più positiva del termine) che è capace di rendere leggeri anche temi sottoposti a un rigido tabù “di buon costume” (sto pensando a 17 modi per farla finita o Peccato!). Qual è secondo te il valore della leggerezza, del non prendersi troppo sul serio e dell'ironia in una contemporaneità così incerta e per molti versi "negativa"?
Ti ringrazio per avermi fatto questa domanda. La verità è che nei casi che hai citato la scrittura funge un po' da esorcismo… anzi quando scrivo, 'sta cosa dell'esorcismo ricorre spesso. Funziona così: individuo cosa non va, l'oggetto della mia paura, il pensiero che non volevo pensare, il fatto che non deve accadere. Bene: lo metto là sul piedistallo, lo osservo, lo descrivo e poi è fatta… si può passare ad altro. Consiglio a tutti di applicare questo metodo se non altro perché è GRATIS!
Per il futuro, oltre a estemporanee apparizioni alla Madonna, che progetti hai in cantiere?
Quando ho iniziato a “fare da solo”, il progetto che avevo in mente era quello di continuare a scrivere pezzi cercando di “migliorarsi”. Veramente non sono riuscito ancora a capire bene cosa intendevo dire, ma suppongo significhi sviluppare la capacità di osservare le cose che ti capitano intorno e poi tradurre tutto in accordi e parole. In pratica per farla breve quello che vorrei fare al più presto è buttare giù nuove canzoni e magari registrarle. Facile.