Tutti i dischi sono in uscita il 25 settembre.
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[space height=”10″]Chris Cohen: Overgrown Path
Il buon Chris un tempo era nei Deerhoof, poi aveva tentato la carriera solista col nome Curtains e ora finalmente ha trovato il coraggio di uscire col suo vero nome. Considerando che i dischi dei Deerhoof in cui più si sentiva la sua presenza (Milk Man e soprattutto The Runners Four) sono da sempre i miei preferiti, direi che ci sono tutti gli elementi per aspettarsi un buon disco, ma non vorrei sbilanciarmi troppo…
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[space height=”10″]Dum Dum Girls: End of Daze (EP)
Ma le Dum Dum Girls sono un vero gruppo? C’è chi mi dice che dal vivo non abbiano affatto deluso, ma mi sono sempre sembrate la classica band costruita più intorno ad un’idea figa (quattro bad girls che suonano rock ‘n ‘roll e garage anni ’60 solo leggermente modernizzati) che ad un effettivo valore artistico. Questo EP dovrebbe essere una specie di uscita interlocutoria in attesa del terzo (per definizione difficile) album, il singolo Lord Knows non era male, ma dubito che con tutto quello che è uscito questo mese ci darò un ascolto.
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[space height=”10″]No Doubt: Push and Shove
Gwen Stefani mi è sempre stata simpatica, e nonostante quel periodo disastroso in cui voleva lanciarsi nel cinema (The Aviator, sto parlando con te) il suo primo disco solista non era affatto male. Ma diciamoci la verità: visto che lo striminzito valore artistico dei No Doubt era praticamente evaporato già ai tempi di Don’t Speak, cosa volete me ne freghi di questo disco che esce a DIECI ANNI dal precedente (e orribile) Rocksteady? File under: reunion che non dovevano essere.
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[space height=”10″]Yoko Ono with Thurston Moore & Kim Gordon: YOKOKIMTHURSTON
Per me l’unico motivo di interesse di questa release è che segna la prima collaborazione tra gli ex coniugi Moore/Gordon dopo il loro divorzio. Sono sicuro che Kim e Thurston avranno trovato un modo di collaborare pacificamente, ma mi diverte immaginare un'estremista come Yoko Ono (che già ne sa qualcosa di litigi artistico/famigliari) nel ruolo di paciere tra i due, impegnata a mediare tra la rinnovata vena cantautorale di Thurston e la sperimentazione ad oltranza di Kim. Come risultato, immagino che il disco sarà probabilmente inascoltabile, ma fatemi sapere…
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[space height=”10″]Deadmau5: ALBUM TITLE GOES HERE
Per farvi capire di chi stiamo parlando: un lanciatissimo produttore di musica elettronica, che nessuno si sarebbe mai cagato se non avesse avuto l’idea di presentarsi sul palco con un enorme testa di topo luminosa, e che, per sua stessa ammissione, sul palco “schiaccia solo dei bottoni” e balla. La goccia che fa traboccare il vaso, per quanto mi riguarda, è che non ha neanche avuto la decenza di trovare un titolo all’album (e non è la prima volta): brutta cosa la pigrizia, soprattutto quella mentale…
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[space height=”10″]Mumford & Sons: Babel
Sulla carta sembrano un altro di quei gruppi neo-folk che rivendono la nostalgia per gli anni ’60 e ’70 ad un generazione che non li ha mai vissuti, con l’aggravante di un contratto major e di un’immagine da contadini dell’800 veramente fastidiosa. Poi però arriva Neil Young a definirli ”uno dei pochi gruppi moderni che ascolta”, e allora qualche dubbio mi inizia a venire…
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[space height=”10″]Skunk Anansie: Black Traffic
Che settimana infame…oltre al ritorno dei No Doubt dobbiamo sorbirci anche quello di Skin e compagni, ovvero un altro gruppo che era già bollito a fine anni ’90. Confesso di essere stato un loro fan da adolescente, ma per me la questione si è chiusa quando Skin ha cantato su quella ciofeca di brano con i Marlene Kuntz, anno 2000. E lo stesso vale anche per i Marlene Kuntz, ovviamente…
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[space height=”10″]Yo La Tengo: Stupid Things (EP)
Chi invece non è affatto bollito e continua a riempirci di felicità sono Ira, Georgia e James, ovvero il trio più testardo della storia dell’indie rock: incuranti delle mode e del favore della critica, che va a viene ormai da venticinque anni, gli Yo La Tengo tornano con un EP che dovrebbe anticipare un nuovo album l’anno prossimo. Non credete a chi vi dice che il meglio è alle loro spalle: l’ultimo album era bellissimo e dal vivo continuano a suonare improvvisazioni noise da trenta minuti senza colpo ferire.
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[space height=”10″]Jason Molina: Autumn Bird Songs (EP)
Uno dei migliori cantautori alt. country degli anni 2000 torna con otto nuove canzoni sempre più minimali: come vi abbiamo già raccontato nella nostra recensione, un gradito ritorno che sembra recuperare il cuore della sua ispirazione, dopo l’esperienza country-rock dei Magnolia Electric Co. e tanti anni segnati da alcol e storie non proprio edificanti. Un martini (analcolico) di incoraggiamento, caro Jason…
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[space height=”10″]Green Day: ¡UNO!
Avrei tanto voluto offire almeno una birra a Billie Joe e compagni, e le premesse c’erano tutte: il ritorno a sonorità più pop-punk e aggressive, l’abbandono del concept album di stampo politico/sociale, le dichiarazioni tipo “vogliamo tornare a divertirci”. Poi però tirano fuori un video come questo, con tanto di modelle di Playboy mezze nude, e tutta la buona volontà di questo mondo va a farsi benedire…