I pre-giudizi sulle nuove uscite dal 22 al 28 ottobre

I pre-giudizi sulle nuove uscite dal 22 al 28 ottobre

2012-10-22T10:43:02+00:0022 Ottobre 2012|

Tutti i dischi sono in uscita il 23 ottobre.

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[space height=”10″]…And You Will Know Us by the Trail Of Dead: Lost Songs

...And You Will Know Us by the Trail Of Dead: Lost Songsmartini Nel corso dei loro quasi vent'anni di esistenza, i Trail of Dead li avevamo dati per morti almeno due volte: prima con il passaggio a major (che invece ha dato origine a quel classico che è ormai Source Tags & Codes), poi con la rapidissima decadenza degli album successivi e il conseguente ritorno nel purgatorio indie. Conrad Keely e compagni ci hanno stupiti con una longevità che nessuno si sarebbe aspettato da un gruppo con un nome così ridicolo e la curiosa abitudine di sfasciare gli strumenti sul palco alla fine di ogni concerto, e ora si può dire che stiano vivendo una seconda giovinezza. Da quello che abbiamo potuto ascoltare questo Lost Songs ce li ripresenta più agguerriti e politicizzati che mai, incuranti di pubblico e critica e sempre più fissati con la loro idea di unire Arte con la A maiuscola (visto che si prendono molto sul serio) e rumore. Evviva!

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[space height=”10″]Black Moth Super Rainbow: Cobra Juicy

Black Moth Super Rainbow: Cobra JuicybirraIn teoria dovrei avere solo belle cose da dire su questo album: i precedent Dandelion Gum e Eating Us non erano affatto male, e in generale Tobacco e compagni sono in grado di produrre musica elettronica genuinamente aliena rispetto a quello che si sente in giro. Però la sensazione è che la loro formula di psichedelia, campionamenti e vocoder dopo un po’ di anni avrebbe bisogno di un certo rinnovamento, e non sono sicuro che farsi pagare il disco dai fan tramite Kickstarter basterà questa volta…

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[space height=”10″]Julie Doiron: So Many Days

Julie Doiron: So Many DaysmartiniLa dolce Julie è una delle migliori cantautrici misconosciute cresciute tra anni ’90 e 2000: questo è il suo nono album, e sarebbe veramente un peccato farselo sfuggire. Se Cat Power non avesse voluto rinnegare le sue origini, e fosse rimasta una folk singer vecchio stile, potrebbe assomigliarle: Will You Still Love Me in December? mi ha scaldato il cuore nelle freddi notti d’inverno di tanti anni fa, e la sua musica fragile ed intimista è praticamente perfetta per l’autunno. Datele un ascolto!

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[space height=”10″]Of Montreal: Daughter of Cloud

Of Montreal: Daughter of Cloud
birra
Se per magia tornassimo indietro di cinque anni, questa raccolta di b-sides di Kevin Barnes e compagni sicuramente si guadagnerebbe un bel martini e saremmo tutti più contenti così. Invece si dà il caso che dopo Hissing Fauna gli Of Montreal si siano messi d’impegno a cercare di far dimenticare tutto il buono che avevano costruito negli anni precedenti, tra dischi sempre più inascoltabili e imbarazzanti. Se poi consideriamo che questo album raccoglie solo gli scarti degli ultimi cinque anni, sono quasi sicuro che sarà una mezza schifezza…

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[space height=”10″]Paul Banks: Banks

Paul Banks: BanksbirraDopo un esordio al fulmicotone ormai dieci anni fa, gli Interpol sono lentamente scivolati nell’inutilità più completa, e ormai sembrano una di quelle band degli anni ’70 che si ritrovano ogni tanto a suonare insieme più per dovere che per ispirazione. La conferma che qualcosa non va è questo secondo album solista del frontman Paul Banks, che getta via il ridicolo pseudonimo Julian Plenti usato sull’esordio di qualche anno fa per presentarsi con il suo vero nome. Sarà un segno per indicare che finalmente fa sul serio? Le aspettative sono bassissime, ma io non riesco a dimenticare quello che ha fatto in passato e sospendo il giudizio fino a quando lo vedrò dal vivo a febbraio…

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[space height=”10″]The Polyphonic Spree: Holidaydream – Sounds of the Holiday Volume One

The Polyphonic Spree: Holidaydream - Sounds of the Holiday Volume OneacquaVi ricordate quello strano momento in cui per essere fighi in ambito musicale bisognava far parte di un “collettivo” di almeno 15-16 persone, cantare tutti in coro insieme e in generale comportarsi come ragazzini delle medie in gita? Insieme agli I’m from Barcelona, i Polyphonic Spree erano i portabandiera del genere, ed erano anche riusciti ad avere un certo seguito con le tuniche colorate e la loro allegria neo-hippy: peccato mancassero le canzoni! A me hanno sempre dato l’impressione di uno scherzo tirato (molto) per le lunghe. Poi questo è il loro album di canzoni natalizie…solo Sufjan Stevens può farla franca con certe cose!

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[space height=”10″]Rites of Spring: Six Song Demo

Rites of Spring: Six Song DemomartiniUn’uscita che probabilmente non si cagherà nessuno, ma che per gli appassionati di un certo tipo di punk americano è imprescindibile: i Rites of Spring erano il gruppo di Guy Picciotto e Brendan Canty prima di entrare nei Fugazi, attivo per un paio d’anni verso la metà degli anni ’80, e considerato da molti la prima band “emo” (anche se non si mettevano il mascara…). Da tempo circola un cd con la loro intera produzione ma questo è il demo di sei tracce che la band registrò all’inizio della loro avventura: praticamente un must assoluto per gli amanti del suono Dischord, ma consigliato a tutti dal momento che l’intensità dei loro brani è una cosa che non si dimentica facilmente.

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[space height=”10″]Titus Andronicus: Local Business

Titus Andronicus: Local BusinessacquaSono anni che non capisco la passione (tutta americana) di Pitchfork per questa band: ricordano i Desaparecidos di Conor Oberst (non proprio il modello ideale a cui ispirarsi), ma con un livello di supponenza (a partire dal nome che anno scelto) che li ha portati a pubblicare due anni fa un concept album sulla guerra civile americana. Urlano un sacco e ci vogliono anche far credere di essere sensibili e acculturati, mentre la musica è un’accozzaglia di generi frullati in salsa punk. Io li trovo assolutamente indigesti, ma sono certo che anche questo terzo album verrà accolto come un capolavoro. Dai, anche la copertina fa veramente schifo…

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[space height=”10″]Vitalic: Rave Age

Vitalic: Rave Agebirra Ah ah, questi sono quelli di quel video geniale in cui dei cani venivano lanciati in aria e ripresi in super slow motion! Immagino che facciano musica elettronica, ma in realtà non so niente di questo nuovo album. Diciamo che se ci fosse un altro clip del genere potrebbe convincermi a dargli un ascolto, ma invece questa volta pare che si siano lanciati sul genere "ciccione che muoiono facendo cyclette"…non erano più carini i cagnolini?

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[space height=”10″]Peter Gabriel: So (25th Anniversary Edition)

Peter Gabriel: So (25th Anniversary Edition)martini Una settimana di uscite non è completa se manca la ristampa celebrativa: questa volta però devono aver fatto male i calcoli, perché l’album in questione è uscito nel 1986! Se ne sono ricordati tardi? Più probabile che sia un’astuta manovra di quella vecchia volpe di Gabriel per farci capire cosa ne pensa delle reissue: poco più di un pretesto usato dalle case discografiche per farci svuotare le tasche di nuovo, nascosto dietro a belle parole come “celebrazione” e “anniversario”. Peccato perché il disco è ottimo: l’ex leader dei Genesis nel suo momento di maggiore successo commerciale, tra singoli celeberrimi (Sledgehammer, Don’t Give Up, In Your Eyes) e l’antica passione per la sperimentazione che comunque emerge qua e là.

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