Avi Buffalo – At Best Cuckold (Recensione)

Avi Buffalo – At Best Cuckold (Recensione)

2017-11-08T17:15:45+00:002 Dicembre 2014|


Avi-Buffalo-At-Best-Cuckold
A quattro anni dall'LP d'esordio, la giovane band californiana torna con un lavoro piu' riflessivo e ponderato, lontano dalle venature orecchiabili del suo predecessore.

7,5/10


Uscita: 9 settembre 2014
Sub Pop Records
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Chiamiamola crescita, anche se non è la parola esatta: lontani dalla spensieratezza e dall'ingenua oniricità adolescenziale che aveva colorato il loro album d'esordio, i californiani Avi Buffalo tornano dopo quattro anni con At Best Cuckold, un nuovo lavoro più riflessivo, alla larga dai toni quasi surf-pop del precedente lavoro self-titled.

Pur mantenendo un imprinting à la Byrds, l’architettura delle tracce sposta l’attenzione più sul cantautorale (Think It's Gonna Happen Again), alla Elliott Smith con riferimenti Beatles (She is Seventeen), per intenderci. Non mancano nemmeno delle ondate di avventurosa sperimentazione psichedelica, anche se appena accennata (Memories of You) o divagazioni melodiche (Oxygen Tank). Infine la cifra stilistica del disco è arricchita da un folk-pop disseminato qua e là (Two Cherished Understandings) e da incursioni più classicamente alt-rock (Found Blind).

La fluidità del lavoro può essere sintetizzata con riferimento alle due tracce di inizio (So What) e fine (Won’t Be Around No More). Se la prima racchiude un po’ tutto il mondo alla Beach Boys dell'esordio, che poi viene via via abbandonato nell’incedere riflessivo del disco, la traccia di chiusura costituisce il risultato preciso di uno sviluppo artistico ben congegnato: uno shoegaze ben bilanciato e accostato a un’acustica dominante, con un fattore sognante (o "dreamy” come dicono gli americani) più vicino ai suoni contemporanei che non ai classici a cui si ispira il sound del gruppo.

Insomma, anche se i pezzi del giovane Avi Zahner-Isenberg non brillano certo per innovazione ed originalità, At Best Cuckold mette in mostra un potenziale che continua a crescere esponenzialmente. Superato egregiamente l’ostacolo del difficile secondo disco, adesso la strada sembrerebbe tutta in discesa per i quattro ragazzi californiani; speriamo solo che non impieghino altri quattro anni per realizzare il terzo capitolo, quello che, con un po' di fortuna, potrà rappresentare la loro consacrazione definitiva.